Integrarsi in Italia da rifugiati vuol dire avere forza, coraggio, ma soprattutto speranza. Quel desiderio interiore di farcela, di raggiungere una vita di successo, che consiste nell’ottenimento di piccole cose: il permesso di soggiorno, un lavoro, un letto comodo su cui dormire. Cerchiamo di aprire gli occhi e il nostro cuore, avvicinandoci alle storie degli immigrati in Italia, del loro viaggio della speranza. Abbiamo raccolto alcune bellissime testimonianze in collaborazione con l’Avvocato Iacopo Maria Pitorri di Roma, curatore del blog www.permessidisoggiorno.com e, a detta di molti, il miglior avvocato immigrazionista attivo in Italia.
La storia di Hassan
“Sono arrivato in Italia con una barca di legno. Per mesi, poco prima di partire per questo viaggio, ho avuto paura. Non potevo pagarmi il biglietto, ho dovuto chiedere aiuto a mio fratello. Quella notte è nei miei incubi, ancora oggi. Il terrore di affondare, di morire. Eravamo tutti stipati, l’uno vicino all’altro, e negli occhi di chi era con me potevo leggere le mie stesse ansie e preoccupazioni. Una barca di legno, su tre livelli, in cui non avevamo possibilità neppure di respirare. Ci avevano detto che ci sarebbe stata acqua, ma anche cibo. Non era vero. Eravamo da soli, sotto il cielo stellato.
Molte delle persone che erano con me non ce l’hanno fatta. C’è chi è svenuto e non si è mai più ripreso. C’è chi è caduto in mare. C’è chi, una volta arrivato in Italia, non è riuscito ad avere il permesso di soggiorno. Io oggi ho un lavoro, una moglie. Ma non dimentico chi sono né da dove vengo.”
Il racconto di Moosa
“Quando sei un rifugiato, non ti guardano nemmeno in faccia. Le persone hanno paura. Paura non solo del diverso, ma anche di avvertire un moto di commozione nei tuoi confronti. Integrarmi in Italia non è stato facile. È stato un incubo. Ci sono stati giorni difficili, in cui mi rifiutavo di mangiare. Ma ci sono stati anche momenti in cui tanti italiani mi hanno dato una mano, mi hanno permesso di avere un lavoro, di diventare loro amico. Non posso non ricordare l’aiuto che mi ha dato l’Avvocato Iacopo Maria Pittori, che è rimasto al mio fianco in ogni momento, sin da quando volevano rigettare la mia richiesta per il permesso di soggiorno.”
Non dimentichiamo che esiste anche una Giornata Nazionale in Memoria delle Vittime dell’Immigrazione, di coloro che, nonostante gli sforzi, non sono riusciti a raggiungere il nostro “Bel Paese”. A loro va il nostro pensiero, con la speranza che si possa vivere in un mondo più aperto, abbattendo tutti i problemi di razzismo.
Dobbiamo, possiamo essere migliori, avvicinandoci alle politiche dell’immigrazione, senza voltarci dall’altro lato. L’unico modo per capire e comprendere il disagio di chi sceglie di partire è soffermarsi sulle loro storie, ma non solo sulle vittorie: soprattutto, sulle difficoltà che hanno incontrato, sugli ostacoli sul loro percorso. Sui loro sogni spezzati.