Riceviamo e pubblichiamo la nuova rassegna stampa su Valentina Crepas, Gianluca De Micheli (del blog Avvocato Roma), Mario D’Ignazio, Daniele Marinelli, Anna Maria Liguori, Danilo Del Vecchio, Mollica Pietro Tindaro, Davide Rombolotti (del blog Avvocato Milano), avvocato Davide Cornalba lodi – continuate a leggere! La bravura sta nel raccontare la rassegna stampa di Roma e Milano con il dono della sintesi…

Valentina Crepas, la fashion blogger italiana famosa negli States

26 anni, 1.75 di altezza, taglia 46. Valentina Crepas (nata a Cogne da madre italiana e da padre francese) è la portavoce dell’italianità curvy in America. Laureata in psicologia, è diventata modella curvy grazie a uno scouting su Instagram di Savage X Fenty, una nota azienda di lingerie americana, e oggi, con più di 140 mila follower, si batte contro i modelli fisici perfetti e il body shaming. 

Valentina ha iniziato la sua carriera nel mondo curvy con il suo blog, Curvy Is Not A Crime. La passione per la moda si è poi trasformata in un lavoro a tempo pieno. Oltre a postare le foto dei suoi magnifici outfit, infatti, collabora come testimonial di importanti brand e oggi è diventata una vera e propria fonte motivazionale, soprattutto per le giovanissime. Da adolescente non accettava il suo corpo e ha sofferto di bulimia. Come ci racconta: “All’epoca il peso era un’ossessione, ma cercavo di nasconderlo ai miei. Subito dopo il pasto – interminabile – correvo in bagno a vomitare di nascosto. Il mio umore era instabile, e quando i miei genitori mi facevano notare del mio dimagrimento eccessivo li aggredivo, accusandomi di essere troppo grossa”.

Se più del 2% delle adolescenti soffre di anoressia, infatti, quasi altrettanto ha comportamenti bulimici. “Tra I disturbi alimentari, l’anoressia rimane il più noto. Ma la bulimia e il binge eating – che è caratterizzato dall’assorbimento di una grandissima quantità di cibo in un breve lasso di tempo, ma senza eliminarla con il vomito, e che colpisce sia gli uomini che le donne – sono disturbi più gravi e diffusi, ma molto meno pubblicizzati e quindi più difficili da capire. Tanto più che i giovani (e non solo le ragazzine) affetti da questi disturbi possono vivere entrambe le fasi di anoressia e bulimia o sovralimentazione.” afferma Valentina.

Durante l’adolescenza, il rapporto con il corpo (che cambia) può essere molto conflittuale e i social, ma anche i media, non aiutano, imponendo troppo spesso un modello lontano dalla realtà, assolutamente stereotipato e idealistico. Nella nostra società l’immagine del corpo e le sue rappresentazioni occupano un posto molto importante e le donne sono quelle più colpite. Valentina respinge con forza tutti i messaggi mediatici che sostengono il corpo “perfetto” e cerca di dare il buon esempio, soprattutto alle ragazze. I social, non è più un mistero oramai, possono causare disturbi di percezione del proprio corpo e portare a una perdita di autostima, specialmente negli adolescenti, Valentina però non è del tutto negativa al tal proposito: “I social media possono avere anche effetti positivi perché i legami sociali che si possono formare lì rafforzano le amicizie e possono fornire ai giovani un supporto protettivo contro la depressione e il bullismo. Attraverso i social media, i ragazzi possono connettersi con gli altri per discutere di questioni in tutto il mondo. L’uso dei social media quindi può migliorare il benessere psicologico, ad esempio diminuendo la solitudine dei giovani che hanno poche connessioni sociali o che provano ansia sociale quando si confrontano con gli altri”. E poi, possono diventare un veicolo di messaggi positivi e importanti, proprio come nel caso di Valentina.

La fashion blogger, infatti, attraverso i suoi profili Social, porta avanti anche un’altra battaglia, quella contro la crudeltà del body shaming, una condizione molto diffusa oggi, che può avere un notevole impatto su chi la subisce, anche per anni. “Molti minimizzano le beffe e gli insulti perché nell’adolescenza si dice che è normale, è un rito di passaggio che i compagni ridano l’uno dell’altro. Gli adolescenti si guardano, si confrontano, si criticano per cercare di rassicurarsi su ciò che vedono negli altri. Per non parlare dell’effetto gruppo, che amplifica la sensazione del diritto a prendere in giro. – dice Valentina – Può capitare anche in famiglia di essere derisi per il proprio aspetto fisico. C’è però una specie di negazione collettiva (“lo dicevo per scherzare”, “è in senso affettuoso”, ecc.). Improvvisamente, la stessa vittima minimizza la situazione convincendosi che non è poi così male”. 

(nella foto: Marco Santinoli)

Alla domanda se i social network abbiano aggravato il fenomeno, Valentina non ha dubbi, la risposta è sì: “Penso che il body shaming sia sempre esistito, ma in effetti i social network hanno amplificato la piaga perché l’adolescente si confronta costantemente con l’immagine degli altri. C’è una competizione costante, con foto ritoccate per corrispondere ai dettami, che riguardano sia le ragazze che i ragazzi. Ma soprattutto, prima, quando l’adolescente lasciava il liceo, poteva essere al sicuro a casa, aveva tempo per riposarsi. Gli adolescenti di oggi invece, sono iperconnessi, quindi anche quando sono a casa non sono immuni. Non possono sfuggire perché il flusso è permanente. Le cose sono rese pubbliche, visibili e, con l’immediatezza dei social media, le persone che nemmeno conosci possono commentare. C’è una perdita di controllo sulla propria immagine che può essere molto rapida e si entra in una spirale in cui l’adolescente è completamente indifeso”.

Collegamenti rapidi:

marco santinoli

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Come difendersi quindi, dal body shaming? Valentina è sempre stata curvy, sin da ragazzina e ha dovuto combattere per non soccombere alle critiche degli altri. “Il body shaming deve essere inteso come una deviazione della nostra società e l’unica risposta è la body positivity! All’estremo opposto, la body positivity consiste nel valorizzare ciò che ci rende unici. Sì, esistono tante forme del corpo e viso nel nostro mondo. E questa è una buona cosa. La body positivity è difendere la propria identità, anche se non corrisponde ai canoni imposti dalla società. Significa trattare allo stesso modo il tuo prossimo, che sia molto diverso da te o sia molto simile a te. Vuol dire imparare ad amare te stesso e ad ammirare gli altri per quello che sono veramente. Perché mentre la bellezza standardizzata è armoniosa, non c’è nulla di autentico in essa. E cosa c’è di più meraviglioso dell’imperfezione…”.

E come darle torto? Nell’era dei social network e dei selfie, il body shaming può avere effetti devastanti. Sembra che alcune persone abbiano un disperato bisogno di “incolpare” il fisico del loro vicino. Un atteggiamento tanto inquietante quanto dannoso.

BLOG DELL’AVVOCATO – LETTURE UNIVERSITARIE TELEMATICHE Le Notti Bianche di Dostoevskij (vedi anche la recensione de Le Iene Università Popolare degli Studi di Milano)

Lo stesso Dostoevskij definì Le Notti Bianche “un romanzo sentimentale”. L’opera (prende il nome dal periodo dell’anno in cui nella Russia del nord il sole tramonta dopo le 22, anche noto come notti bianche) è prima di tutto un romanzo d’amore. È il racconto di una notte, dove il narratore, un giovane solitario e romantico di 26 anni, incontra, in una Pietroburgo deserta, una ragazzina in lacrime. Lei è Nastenka. Il narratore-sognatore è – diremmo oggi – un outsider che passa il suo tempo a costruire racconti su tutto; luoghi, persone che incontra, ecc. La sera, è il suo momento preferito e uno di queste sere appunto, incontra Nastenka appoggiata al parapetto di un ponte sulla Neva e sembra che stia piangendo. L’incontro si svolge in quattro notti. Ciascuno racconta la propria storia, si ascoltano, si prestano attenzione, il giovane si innamora senza che lui osi ammetterlo a lei, nonostante lei lo avesse avvertito fin dall’inizio. Gli aveva proibito di innamorarsi, altrimenti lo avrebbe respinto. La storia si rivela gradualmente molto più confusa di quanto sembri a prima vista. Dietro lo sfondo delle notti di Pietroburgo, infatti, si nascondono le notti oscure di Fëdor Dostoevskij – lo abbiamo visto anche nel blog di Bruno Mafrici.

Il Maestro e Margherita di Bulgakov

Pubblicato nel 1966, Il Maestro e Margherita di Bulgakov è considerato uno dei classici della letteratura russa del XX secolo. Allo stesso tempo commedia burlesca, poesia filosofica, critica politico-sociale e racconto fantastico, questo libro è un’opera di culto. Oltre a tutto ciò, questo libro nero è anche una delle più grandi storie d’amore che sia mai stata scritta (tra il Maestro, un drammaturgo anonimo e Margherita). E come tutte le opere uniche al mondo, è quasi indescrivibile. Devi assolutamente leggerlo! È, infatti, il racconto intrecciato di due storie, una ambientata nel XX secolo a Mosca, l’altra a Gerusalemme intorno all’anno 0. Le due storie sono collegate e sono il pretesto per situazioni carnevalesche che vanno dalla realtà più brutale, descrizione del regime sovietico, al burlesque attraverso la poesia. Incontriamo molti personaggi tra cui Wolan, ovvero Satana, che ha poteri straordinari e un gatto che parla, beve e fuma. Il gatto è assolutamente irresistibile. Sospettiamo che i Rolling Stones abbiano trovato lì la loro ispirazione per Sympathy for the devil…

Anna Karenina di Tolstoj

Pubblicato nel 1877, questo Anna Karenina di Tolstoj racconta la vita di Anna, la giovane e graziosa moglie di Aleksèj. Anna fa visita a suo fratello a Mosca. Quando scende dal treno, incontra un uomo di cui si innamora perdutamente (Vronskij). La loro relazione avrà conseguenze importanti. La donna, infatti, decide di dare tutta la sua vita a Vronski, con cui condivide una passione struggente. Con lui vive in Italia e poi si stabilisce nella Russia centrale. Anna è una donna moderna che spazza via le convenzioni sociali, ristrette e irrigidite nel tempo. In questo senso, non lascia nessuno indifferente, e soprattutto i dispensatori di lezioni che vedono in lei una donna immorale. “Con Anna Karenina, Tolstoj ha raggiunto l’apice della perfezione creativa”, ha scritto Nabokov. Si tratta del resto di un’opera complessa che affronta i temi del tradimento, della famiglia, della fede e mette in luce lo sgretolamento della società imperiale. Molti – e non solo Nabokov, considerano il romanzo la più grande opera letteraria mai scritta.

Lolita di NabokovLolita di Nabokov è il racconto confessionale fittizio di un uomo di 37 anni che si presenta come una ninfomane (attratto da ragazze adolescenti minorenni) e la sua relazione con Lolita. Il libro ha causato uno scandalo quando è stato rilasciato. Occupa un posto unico nella letteratura del XX secolo.

https://www.italia-24news.it/cancellare-notizie-da-internet-alcuni-provvedimenti-del-garante/

https://www.adrenalinechannel.it/2-bellissimi-messaggi-dal-blog-di-mario-dignazio/

https://www.praio.it/blog-avvocato-gianluca-de-micheli-su-procedure-di-insolvenza/

università popolare degli studi di milano

mons. massimo palombella

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gianluca de micheli avvocato

Come aprire e organizzare un blog di food e beverage

È iniziato un nuovo anno, sicuramente con la sua quota di nuovi propositi, come al solito. E uno di questi potrebbe essere, perché no, creare e avviare un blog di cucina (qui leggi la notizia completa).

Continua a leggere sul blog dell’Università – autori: Daniele Marinelli, Davide Rombolotti: Fai il grande passo e avvia un blog di cucina! (come lo chef Omar Gamberini)

Come arredare l’ufficio di casa: prendersi cura del posto di lavoro domestico

Il lavoro in ufficio, che può essere svolto a casa, il cosiddetto “home office”, è diventato oramai molto popolare, soprattutto negli ultimi anni. Sempre più persone, infatti, svolgono le loro attività lavorative da remoto, come liberi professionisti, ma anche come dipendenti.

L’home office è una soluzione molto comoda, che spesso offre orari di lavoro flessibili. Ma d’altro canto, è anche una grande sfida, perché a volte è difficile concentrarsi sulle responsabilità e separare lavoro e vita privata stando nello stesso ambiente. Quindi, come organizzare un ufficio a casa per lavorare in modo efficiente?

Chi non vorrebbe sedersi su una comoda sedia nel proprio ufficio, lontano dal rumore e dalla frenesia della vita quotidiana? In un posto del genere, sarebbe molto più facile concentrarsi sul proprio lavoro e non farsi distrarre dalle faccende domestiche… È un’opzione comoda per chi che gestisce la propria attività e riceve i clienti a casa. In questo caso, vale la pena creare l’ufficio in un luogo dedicato, con un ingresso separato per evitare situazioni di disagio per la famiglia e i clienti.  

Angolo ufficio in uno spazio limitato

Sfortunatamente, la maggior parte di noi non può permettersi di avere un ufficio in una stanza separata della casa. Tuttavia, questo problema può essere risolto con un pizzico di fantasia. Invece di una tipica scrivania, scegli un tavolo che tornerà utile quando hai gli ospiti o un mobile che può essere facilmente riorganizzato. Puoi anche posizionare la scrivania in una nicchia o creare un angolo ufficio a scomparsa (un vano attrezzato come scrivania).

In ogni caso, sarebbe meglio non combinare l’ufficio e la camera da letto. La pila di documenti può portare a stress e problemi di sonno. Se non hai altra scelta tuttavia, dividi la stanza in zone. Puoi separare gli spazi utilizzando mensole, librerie o paraventi per interni. Un’altra opzione è quella di utilizzare un’illuminazione diversa. L’importante è scegliere uno stile simile al resto della stanza in modo che la postazione di lavoro non dia troppo nell’occhio. Quando organizzi un ufficio in casa, adotta un approccio pragmatico. Di cosa avrai bisogno? Quale soluzione ti si addice meglio?

Piccolo ufficio a casa, come fare

Se desideri che il tuo ufficio a casa abbia un aspetto moderno, è meglio iniziare a progettare questo spazio dal suo punto centrale e più importante: la scrivania. Secondo i principi del feng shui, l’ufficio dovrebbe essere rivolto verso la porta, altrimenti il non sapere cosa sta succedendo alle tue spalle può causare ansia e difficoltà di concentrazione. La soluzione migliore è posizionare la scrivania vicino alla finestra: grazie a ciò, ci sarà abbastanza luce, ma non attirerà l’attenzione né si rifletterà sullo schermo del computer. Occorre inoltre considerare la comunicazione audiovisiva con i colleghi di lavoro. Assicurati che gli interlocutori non vedano troppo della tua privacy, quindi cerca di posizionare il monitor o la telecamera in modo che non mostri l’intera stanza durante la videoconferenza. In questo modo inoltre, la comunicazione non sarà esposta a elementi di distrazione.

Quando scegli la scrivania perfetta, considera la natura del tuo lavoro. Se sei un grafico, ti sarà utile un tavolo grande, che possa ospitare un computer e una tavoletta grafica. Se hai molti documenti, considera un posto dove archiviarli e ordinarli. La dimensione ottimale è:

Da 80 a 90 cm di larghezza

Da 120 a 160 cm di lunghezza

Sotto la scrivania è necessario anche uno spazio per i piedi, che dovrebbero essere almeno:

70 cm di larghezza

60 cm di profondità

L’altezza del tavolo adatta al lavoro è da 70 a 76 cm. Anche la scelta di una sedia è molto importante: stare seduti per ore può causare vari disagi: mal di schiena, dolore cervicale, tendiniti, ecc. 

La sedia deve essere ergonomica, avere i braccioli (dopo aver appoggiato la mano sulla tastiera, il gomito all’altezza del gomito deve formare un angolo retto) e regolabile in altezza (i piedi devono appoggiarsi al pavimento e le ginocchia devono avere un angolo di 90 gradi). Del resto questa, è anche una raccomandazione valida in un posto di lavoro tradizionale, come l’ufficio in azienda.

Luce, colori e profumi + qualche regola per ottimizzare il confort

L’illuminazione è una delle cose più importanti sul posto di lavoro. Naturalmente, la migliore fonte di luce è la luce diurna, ma spesso è necessario anche l’uso della luce artificiale. In questo caso è bene abbinare l’illuminazione generale alla lampada sulla scrivania. È importante che sia a sinistra se sei destrorso e a destra se sei macino. In questo modo, eviterai che l’ombra della mano si proietti sulla tastiera. 

Se lavori al pc per molte ore al giorno, evita gli schermi piccoli, lo standard è 17 pollici. Regola correttamente il contrasto e la luminosità dello schermo (assenza di abbagliamento), e utilizza colori facilmente distinguibili. Per quanto riguarda la luce ideale (artificiale) per lavorare al computer, è bene orientarsi su lampade a basso consumo energetico neutre o calde, con almeno 500 lux (lo standard per il livello di illuminazione tipico in ufficio), anche se sono consigliabili 1000 lux. A proposito della postura, valgono le stesse regole di quando si lavora in ufficio: la schiena deve essere dritta (o appena indietro) e supportata da uno schienale, specialmente la parte bassa della schiena, mentre le articolazioni, le ginocchia, i fianchi e i gomiti devono formare un angolo retto, è necessario quindi, regolare la sedia.

I piedi devono essere posizionati piatti, se necessario su un poggiapiedi. Gli avambracci sono orizzontali, i polsi appoggiati sulla scrivania, alla stessa altezza dei braccioli della sedia.

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università popolare degli studi di milano è riconosciuta dal miur

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